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Colpa del Consumismo

Immagine del redattore: Davide Rizzi Personal TrainerDavide Rizzi Personal Trainer

Crudista, vegano, vegetariano, oramai ciascuno di noi, malgrado il proprio “credo” alimentare. ha ben chiare in mente le linee guida per una corretta alimentazione; una battaglia a suon di carboidrati semplici e proteine, finalizzata al totale annientamento di grassi, colesterolo ed amidi, il cui consumo è esclusivamente circoscrivibile al weekend. E’ proprio negli ultimi decenni, con l’avvento di studi nutrizionali sempre più accurati e specifici e con la conferma della stretta correlazione tra cattiva alimentazione e patologie potenzialmente mortali, che la popolazione mondiale si è mossa, più o meno in blocco, verso uno stile dietetico più morigerato e salubre. Merito, in parte, anche delle palestre e del loro diffusissimo interesse che hanno suscitato in noi, estendendosi a macchia d’olio con un messaggio diretto agli atleti tutti e fortemente incline verso un fare “proteico” nettamente più salutare. Malgrado tutto, però, parimenti ai saggi e benevoli consigli nutrizionali, le pubblicità incessanti hanno notevolmente influenzato ed accresciuto le cattive abitudini alimentari ed il cibo “immondizia”.


Catene merceologico/alimentari del calibro di KFC, McDonald, Pizza Hut %co., hanno massimizzato il loro fatturato, manovrando e suggestionando pericolosamente il popolo. Nello scenario attualissimo di battaglia tra l’alimento e Masterchef, sovviene un giusto pensiero diretto ai movimenti di globalizzazione e consumismo che, da par loro, persuadono le nostre voglie culinarie, peggiorando, però, il trend calorico!

Con questo articolo, dunque, è fatta specifica denuncia sociale:

➢ a tutte le industrie del gusto che “svendono” i loro cibi (caloricamente ingiuriosi) a prezzi eccessivamente accessibili, facilitando la diffusione dell’obesità a tutti i livelli e a tutte le età;

➢ a tutte le aziende alimentari che, seppur promuovendo sul mercato prelibatezze gustose e spesso efficacemente e caloricamente innovative, ne innalzano troppo il prezzo, riducendone la possibilità di acquisto e dunque la regolarità con la quale tali pietanze vengono consumate.

Non siete d’accordo? Chiedetevi, ordunque, quanto costa una barretta di cioccolato Kinder e quanto un kg di salutare farina di kamut….

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