E’ indubbiamente una delle tecniche più ampiamente impiegate negli allenamenti, vista la sua impareggiabile efficacia. Tra tutte le tecniche conosciute, difatti, il Piramidale è quella più comunemente utilizzata dagli atleti per lavorare effettivamente sul muscolo: rispetta appieno il fuso muscolare, può essere utilizzata in qualsiasi momento, per qualsiasi esercizio e per qualsiasi fascia muscolare. A differenza poi, di alcune tecniche particolarmente utili, ma brutali (quali lo stripping, e non solo), la tecnica piramidale può accompagnare il training durante tutto il macrociclo entro il quale esso si inserisce, pertanto tale approccio ginnico ha tranquillamente validità annuale, senza conseguenze pericolose, si ripete, per il muscolo.
Quante modalità di Piramidale esistono?
Il PIRAMIDALE CLASSICO (o crescente), prevede l’INNALZAMENTO del CARICO correlato alla RIDUZIONE delle RIPETIZIONI. Nell’esempio di un esercizio a 4 serie, solitamente esso è così riportato per iscritto: 10x10x8x8. Nella 3° serie, il carico viene aumentato (e rimane identico nella 4°). Ad un carico maggiore, corrisponderà una resistenza muscolare maggiore e, dunque, un accrescimento ed irrobustimento delle fibre muscolari sottoposte allo stress motorio. E’ quindi un evidente esempio di allenamento anaerobico ALATTACIDO finalizzato alla massa muscolare. Si annoverano diverse possibilità di piramidale (in tale ottica), in cui – sempre attenendosi all’esempio fin qui riportato – le serie possono essere: 10x8x8x6 o 10x8x6x4 (quando l’atleta richiede un impegno massiccio al proprio muscolo). Il piramidale poi, è anche l’unico vero metodo attraverso il quale, durante un ciclo di forza, il soggetto si avvicina, raggiunge (e talora supera) il proprio massimale. In tal caso, per iscritto, la tabella di allenamento sarà così riportata: 5x4x3x2x1, in cui – ad esempio – l’atleta, coadiuvandosi con la tabella dei massimali, spinge i muscoli allo stremo, accrescendo il carico ad ogni serie, fino al raggiungimento del peso massimo che egli può tollerare (x1 reps).
Il PIRAMIDALE INVERSO (o decrescente) invece, prevede esattamente l’opposto a quanto sinora asserito: il CARICO si RIDUCE in correlazione alle RIPETIZIONI AUMENTATE. Nell’esempio di un esercizio a 4 serie, solitamente esso è così riportato per iscritto: 8x10x12x15 (ad ogni serie il carico viene ridotto). In questo caso il muscolo viene stressato per la lunga durata dell’esercizio a cui è sottoposto (e non per il carico accresciuto, come precedentemente descritto). Il superamento della classica soglia “4x10” (tanto cara ai culturisti, poiché in essa si palesa la sintesi proteica), avvicina il corpo al metabolismo anaerobico LATTACIDO ed è più facilmente proponibile agli atleti che mirano alla perdita di qualche kg di più o sono in fase di definizione.
Il PIRAMIDALE INVARIATO (o statico), consta di un AUMENTO di CARICO, SENZA RIDUZIONE di RIPETIZIONI. Nell’esempio di un esercizio a 6 serie, solitamente esso è così riportato per iscritto: 10x10x10 + 10x10x10. Questa insolita modalità calligrafica, degna di un’equazione matematica, cela in realtà un brutale allenamento in cui il carico si accresce, senza ridurre le ripetizioni (ciò è considerabile come unico metodo di “aiuto” all’atleta, per sopperire alla stanchezza del sovraccarico)…
Quale impiegherai per il tuo prossimo training?
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