E’ da quando il Body Building si è fatto breccia nelle trame più intime dei nostri sistemi sociali e sportivi, che esso si è via via arricchito di molteplici “elementi” atti a rinfoltirne la sua sostanza e sublimarne il proprio contenuto. E’difatti con le tecniche ed i principi che il culturismo viene a ravvivarsi oggi, di uno spirito innovativo, col solo intento di modificare schede e programmi, volti a garantire una “presa” muscolare più aderente ad ogni richiesta. Non è un caso infatti che gli atleti, soprattutto quelli più preparati, facciano sovente ricorso a piccoli “ritocchi” ginnici nei propri workout, al solo fine di renderli più brutali ed efficaci. In tal senso dunque, tecniche e principi fanno il loro ruolo,assicurando all’atleta un fortunato successo. Storicamente non si può datare l’ingresso delle tecniche di allenamento negli training culturistici, soprattutto se si volesse risalire non tanto all’antica epoca di Eugene Sandow (artista circense di fine ‘800, definito primo “mister muscolo” della storia e, a tale proposito, riproposto in miniatura, sottoforma di statuina, che viene consegnata in qualità di premio al vincitore del Mr.Olympia – massima competizione di questo settore), quanto addirittura alla ancor più vetusta era dei fasti scultorei già celebrati nelle statue elleniche. Si può tuttavia determinare con una certa sicurezza però, che il Body Building moderno, cioè quello inteso dagli anni ’60 (e che ritrova in Steve Reeves, Lee Haney, Arnold Schwarzenegger, Lou Ferrigno e Flex Wheeler i più eccelsi esponenti) si è visto imbottire di numerosissime tecniche ed applicazioni valide di allenamento. La cospicua mole di tali metodiche è inevitabilmente da attribuirsi alle vaste e sterminate biodiversità umane di cui è caratterizzata la popolazione terrestre! Ad oggi di tecniche e principi se ne annoverano tanti ed in continuo aggiornamento:
il Piramidale (in cui l’incremento del carico è inversamente parallelo e sinergico alla riduzione delle ripetizioni di un esercizio);la Rest Pause (ove lo sfinimento muscolare viene raggiunto con l’esecuzione di un esercizio intervallato da una breve pausa); la SuperSet (in cui due esercizi – muscolarmente agonisti ed antagonisti l’uno dell’altro – vengono ad accoppiarsi per finalità tonificanti e definitorie);il Negativo (ovvero il rallentamento volontario della fase eccentrica - o concentrica, come nelle Reps Forzate – in cui si manifesta appieno il potenziale ipertrofico di un muscolo); l’Isometria (cioè il consapevole trattenimento in “equilibrio statico” di un peso che grava sull’atleta, con muscolo costantemente in tensione) etc.
E’ praticamente opera ardua elencare l’enorme sfilza di modifiche apportabili ad un workout. L’intento ginnico che però tale breve articolo intende porre all’interessato lettore, non sussiste tanto nella individuazione di un metodo preferito (tra quelli sin qui enumerati), quanto nella corretta collocazione lessicale dei due termini: Tecnica e Principio.
Ordunque, chi viene prima? L’amletico dubbio – e lo ammette sin da ora lo stesso autore – è già stato subdolamente sollevato, evidenziando non a caso, ed al plurale, entrambi i lemmi. Giusto quel po’ insomma, a destare già un primo e significativo cenno di curiosità verso un riluttante dubbio. Parrebbe infatti a prima vista, che i principi siano quelli di più comune applicazione ginnica e, forse, maggiormente impiegati e conosciuti; tale classificazione innalzerebbe quindi le tecniche ad un livello apicale, degradandone i principi ad una posizione subordinata e secondaria. Per contro invece, ciò che smarrirà anche il più acuto osservatore, è proprio la chiara etimologia del termine Principio, poiché quasi di comune accordo col concetto dal vago sentore biblico, essa risiede nella principale ed imprescindibile nozione della Contrazione Muscolare. Tutte le tecniche dunque, concorrono e confluiscono verso tale nozione basilare, subordinandosi ad essa e garantendone ad ogni esercizio il suo pieno soddisfacimento.
Commentaires